AGNOLO FIRENZUOLA
Agnolo Firenzuola (Firenze 1493 - Prato 1543), ovvero Michelangelo Gerolamo Giovannini da Firenzuola, è stato uno scrittore italiano. Crebbe in un ambiente umanistico, si trasferì a Roma dove divenne procuratore dell'Ordine vallombrosano presso la Curia e abate di Santa Prassede. Nel dicembre del 1524 pubblicava il Discacciamento de le nuove lettere inutilmente aggiunte ne la lingua toscana (l'unica sua opera che sia stata stampata in vita), un libello polemico contro la proposta di riforma ortografica avanzata da Gian Giorgio Trissino nell'Epistola a Clemente VII di qualche mese prima. Nel 1534 abbandonò Roma per tornare a Firenze, finendo per stabilirsi a Prato, piccolo anche se «assai orrevole castello in Toscana», prima come abate, poi come semplice pensionario del convento di San Salvatore a Vaiano. A Prato animò, non senza contrasti, la società letteraria locale, fondando fra l'altro l'accademia pastorale dell'Addiaccio, che sembra per certi versi anticipare l'Arcadia. Negli anni pratesi scrisse il Dialogo delle bellezze delle donne intitolato Celso, dedicato «Alle nobili e belle donne pratesi» in data 18 gennaio 1541; La prima veste dei discorsi degli animali, dedicata il 9 dicembre 1541, che deriva dagli apologhi animaleschi del Pañcatantra indiano, attraverso la mediazione di traduzioni arabe e latine; due commedie, La Trinuzia e I Lucidi; due novelle; varie rime d'amore, d'occasione, di polemica, di gioco, che furono pubblicate tutte postume fra il 1548 e il 1551. Le circostanze della sua morte restano oscure. I parenti ne rifiutarono l'eredità, ritenendola passiva.PUBBLICAZIONI