Descrizione
Viviamo in un’epoca strana in cui, dopo aver deificato la materia e attestato con i più grandi giuramenti ‘‘che si deve credere solo a ciò che si vede, si pesa e si conta’’, gli studiosi più accademici giungono a dire esattamente il contrario, considerando che la materia ponderabile non esiste in se stessa, non è che uno stato mobile e mutevole, in funzione di una serie di ritmi e forze di cui bilancia e microscopio non sono più in grado di darcene conto. A ventitré secoli di distanza, ritroviamo oggi la tradizione platonica ispirata da Pitagora, che la apprese in Egitto dove era di retaggio molto antico. Le conseguenze di questo ritorno all’influenza dello Spirito sulla materia sono molto più grandi e importanti di quanto si voglia far credere. Se la forma naturale è divina – o almeno di origine divina – non ci sono forme indifferenti. La bruttezza sistematica nell’Arte diviene un peccato, cioè rottura volontaria del Ritmo prestabilito.