Descrizione
Sono passati cinquant’anni da quando un gruppo di ricercatori canadesi della Società per la Ricerca Psichica di Toronto avviò un singolare esperimento, almeno dal punto di vista scientifico, quello di creare al tavolino (spiritico) un’entità. La novità fu che chi vollero “chiamare” era una loro invenzione, un personaggio inventato di sana pianta, asseritamente vissuto alcuni secoli prima in Inghilterra. Questa costruzione mentale, per la quale avevano precedentemente redatto tutta una storia personale, peraltro volutamente commista di errori storici, avrebbe dovuto apparirgli come “fantasma” visibile, ectoplasma, sulla falsariga delle vecchie sedute spiritiche dell’epoca vittoriana. Si voleva dimostrare, e si dimostrò, che un’idea di gruppo, un pensiero collettivo, poteva far nascere dallo sforzo comune di alcune persone riunite attorno a un tavolo, un essere nuovo, vivo (anche se non vegeto) e pensante, con dei tratti che lo mettevano in grado di comunicare con chi l’aveva generato. Questo essere l’avevano chiamato Philip.